“Sotto il cielo di Roma. Donne senza dimora”, il reportage

Il reportage di Redattore Sociale e Binario 95 racconta la realtà delle donne senza dimora a Roma, le loro storie e i progetti messi in campo per aiutarle.

Tina, Magda, Yumalai e tante altre: donne di cui si parla poco, che non hanno voce, ma che incontriamo ogni giorno per le strade di Roma, non del tutto invisibili. Nella Giornata Internazionale dei diritti della donna, il nostro sguardo vuole soffermarsi sull’homelessness femminile e in particolare sulla condizione di marginalità di un universo tanto complesso.

“Sotto il cielo di Roma. Donne senza dimora” è la pubblicazione realizzata da Redattore Sociale e Binario 95, in vista dell’8 marzo. Delle oltre 20mila persone senza dimora prese in carico ogni anno dai servizi sociali della Capitale 1 su 4 è donna: un’indagine per comprendere chi sono le donne senza dimora a Roma, quali strategie mettono in atto per affrontare una vita così difficile e insicura e quali sono i progetti avviati per sostenerne la crescita personale e l’autonomia.

Un viaggio che parte dalla strada, dai dintorni della Stazione di Roma Termini e dell’Esquilino, con le storie delle tante donne intercettate dai servizi sociali di Roma Capitale e da Binario 95, il Polo Sociale di accoglienza situato in locali concessi in comodato d’uso gratuito da Ferrovie dello Stato Italiane. Un percorso che si sviluppa attraverso il grande lavoro di rete fatto da cooperative, associazioni e organizzazioni, operatrici e operatori del terzo settore, che in sinergia con le istituzioni lavorano ogni giorno per poter garantire dignità e diritti a quelle persone, a quelle donne.

“A Binario 95 in questi venti anni di accoglienza, di donne ne sono passate tante, pazze e pittoresche, tenaci e creative, consumate e incontenibili, aggressive e simpatiche, stanche e fanatiche, belle, stralunate, indimenticabili. E oggi – afferma Alessandro Radicchi, fondatore di Binario 95 – penso alle tante meravigliose ospiti di Casa Sabotino, che ha segnato per noi l’inizio di un nuovo capitolo dedicato all’accoglienza di genere in una casa vera, bella, luminosa, lontana dai luoghi più difficili e pericolosi per una donna che non sappia dove vivere”.

 È a loro, alla loro felicità e alla loro capacità di rinascere, che vogliamo dedicare questo approfondimento e comprendere come alla fine quelle stesse donne potrebbero essere nostra sorella, la nostra compagna, nostra figlia, nostra madre.